Gender Mainstreaming Plus
Il tempo libero reso disponibile per la condivisione delle tematiche di genere, per lo sviluppo e la coesione sociale.
Possiamo considerare l’art 21 della carta fondamentale dell’UE completamente realizzato da parte degli stati membri? I dati forniti dall’UE parlano chiaro: nel 2012 il numero dei disoccupati è cresciuto di 2,145 milioni rispetto al 2011, con rischio di povertà del 26% per le donne e del 23,9 per gli uomini. Le direttive, le risoluzioni e le azioni positive atte a eliminare le discriminazioni di genere, legate a politiche salariali e occupazionali originate dalla crisi economica in tutti i paesi dell’unione, mal si coniugano con la previsione occupazionale della strategia europea 2020.
Gli spazi riservati alle donne delimitati dalla crescente crisi economica, pongono le stesse a sottomettere lo sviluppo professionale e il diritto alla formazione delimitando di fatto l’accesso alle stesse opportunità di crescita occupazionale degli uomini e la competitività nel mondo del lavoro. In più, le donne subiscono il divario di trattamento legato alla retribuzione, all’accesso all’occupazione e all’avanzamento di carriera. Cosa fare per arginare il divario di genere e la non discriminazione e della disparità occupazionale? In un’ottica di propulsione agli stati membri di propaganda allo sviluppo occupazionale, volta a diffondere e/o a spronare all’applicazione delle direttive Ue in vigore già dal 1975 che ci proponiamo di sollecitare, in modo attivo e proattivo la partecipazione delle donne nel percorso di crescita e sviluppo del nostro paese, ad iniziare dal vivere la città (qualificabili come aree metropolitane) e soprattutto le periferie urbane, dove maggiore è la destinazione all’emarginazione sociale dovuta alla crisi economica.
L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle periferie cittadine e delle aree metropolitane, attraverso la istituzione delle “rete di solidarietà di genere”, ossia gruppi di partecipazione “tematici” in grado di “generare” o rigenerare figure professionali. Alla rete possono compartecipare le istituzioni locali, per l’incentivazione all’educazione e alla vigilanza sociale sul territorio; gruppi di donne occupate, che mettono a disposizione la competenza e la professionalità per la ricerca di occupazione; gruppi ed organismi di volontariato per il supporto educativo-formativo senza distinzione di genere; soddisfare esigenze ricreative di una comunità stanziale.