Fabbricare i biomodelli anatomici di fratture complesse attraverso l’utilizzo di una stampante 3d partendo dalle ricostruzioni tridimensionali degli esami TC effettuati. Indipendentemente dalle tecnologie e dai metodi di stampa utilizzati, il processo per stampare un oggetto in 3D è lo stesso e si può dividere un quattro macro-fasi: acquisizione dei dati volumetrici, modellazione 3D dell’oggetto da stampare, stampa finale del biomodello, post-elaborazione dell’oggetto stampato. Il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica è il protagonista del flusso di lavoro della stampa 3D: oltre ad essere abilitato all’utilizzo delle apparecchiature TC ed RM, possiede adeguate competenze per l’applicazione di elevati standard di qualità dell’immagine da lui prodotta e di radioprotezione nei confronti del paziente, fino alla completa realizzazione del biomodello.
La Stampa 3D in Chirurgia Ortopedica
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
OBIETTIVI DELLA SOLUZIONE
Il progetto RadLab dell’Associazione AITASIT è nato con l’obiettivo di diffondere a livello nazionale la conoscenza in tema di stampa 3D, favorirne l’utilizzo e lo sviluppo all’interno delle radiologie e fornire al contempo ai TSRM nuove competenze in materia. Dal 2019 è nata una collaborazione di ricerca con la Chirurgia della mano dell’Ospedale Gaetano Pini di Milano. Fra gli obiettivi della ricerca: la riproduzione di biomodelli di fratture per la chirurgia ortopedica e traumatologica, da usare per il planning pre-operatorio, la riproduzione di biomodelli anatomici con lesioni tumorali, la replica dell’apparato scheletrico normale (non traumatico) per studio comparativo. Sarà compito del reparto di Chirurgia della Mano stimare l’impatto di questa tecnologia nella pratica clinica e chirurgica in termini di riduzione del tempo operatorio, diagnostico, cura.
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PER SAPERNE DI PIÙ
https://www.aitasit.org/wp49/progetto-radlab/