Il progetto parte dai bisogni del paziente ricoverato in ospedale. La pandemia ha acuito quello che, seppure non strettamente legato alla salute, è comunque un bisogno fondamentale e ha un impatto notevole sul benessere dei pazienti: mantenere il contatto con i propri cari. Vista l’impossibilità di ricevere visite in presenza, abbiamo pensato a una soluzione che “intrattiene” il paziente con video chiamate programmabili verso i propri cari.
Ma poi siamo andati oltre e abbiamo realizzato un servizio di bordo letto che potesse anche aiutare l’assistito a mantenersi informato sul mondo esterno e continuare a fruire programmi TV, documentari, film, ecc.
Ospedali come il Santo Spirito di Roma, realtà pilota per l’implementazione del sistema nella nostra Asl, accolgono un bacino di utenza molto vasto e variegato. In termini di lingua, nazionalità, età, ceto sociale e interessi culturali. Come offrire servizi di intrattenimento che, al di là delle TV presenti nelle stanze dell’ospedale, offrano alla persona ricoverata una fruizione dei programmi TV il più possibile vicina ai propri interessi e alle proprie esigenze?
essere i veri protagonisti del cambiamento a scala planetaria, assumendosi impegni, ma anche sfide, che traguardano i confini nazionali, essendo state riconosciute come il luogo dove nascono i problemi, ma soprattutto il luogo dove si trovano le soluzioni. Ed è per questo, che le città si stanno trasformando sempre di più in veri e propri HUB innovativi, dove sperimentare attraverso co-progettazioni, laboratori partecipati, partnership Pubblico-Privato, le soluzioni a problemi di oggi e di domani.
Ma gli enti pubblici si sono preparati ad affrontare questo cambiamento?
I dipendenti dal posto fisso sono in grado di accettare tale trasformazione?
E’ semplicemente una questione di rinnovamento generazionale oppure è il modello organizzativo, gerarchico e funzionale che va adattato?
In questa sfida, le città medie/piccole italiane hanno le stesse opportunità delle grandi città?