L’esigenza di cambiare un assetto organizzativo rettificando dettagli, percorsi operativi e anche contenuti, nasce da criticità ripetute negli anni.
Se il mondo cambia, e cambia anche troppo velocemente, si avverte in maniera tangibile il rallentamento creato da procedure e logiche operative non più al passo con i tempi.
Ciò produce scarsi risultati e il più delle volte costi e inefficienze maggiori.
In Italia tutta la pubblica amministrazione presenta situazioni cristallizzate e altre in evoluzione, il risultato è una mappa dove efficienze e inefficienze sono disseminate su tutto il territorio nazionale senza una costruttiva opportunità di confronto.
La mia idea di innovazione esula da uno specifico contesto lavorativo pubblico o privato.
Il concetto è “maggiore efficienza e costi minori per una migliore offerta di servizi e prodotti”.
Le Pubbliche Amministrazioni che devono innovare e investire molte volte non hanno gli elementi per ritenere validi una determinata procedura SW o un determinato strumento poiché non possiedono termini di confronto.
Con il termine “valido” si intende adeguato alle proprie esigenze dove giocano un ruolo altrettanto importante il target di destinatari del servizio, le unità di personale addetto al procedimento, le ore di lavoro impiegate e la formazione.
L’adozione di un modello di cloud per la PA potrebbe essere la risoluzione.
Una piattaforma flessibile dove i soggetti della Pubblica Amministrazione possano confrontarsi prima di effettuare un acquisto o procedere ad una riorganizzazione aziendale.
Le variabili da valutare sono tante e vanno ponderate, cioè misurate.
Per la misurazione si ricorre alle metodologie statistiche che consentono con semplici simulazioni di affrontare il problema della velocità ed efficienza del servizio.
Ad esempio, si potrebbe valutare se bisogna impiegare più soggetti o sostituire un applicativo software.
Le pubbliche amministrazione, come gli istituti scolastici e le università, devono confrontarsi.